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Weisshorn (4506mslm) – Alpinismo in Canton Vallese

Weisshorn (4506mslm) – Alpinismo in Canton Vallese

18,19-08-23

Ci sono montagne che sanno lasciare a bocca aperta per la propria forma e che sono riconoscibili da decine di chilometri di distanza. Una di queste è il Weisshorn, il Corno Bianco, uno dei giganti delle Alpi Pennine nel Canton Vallese in Svizzera. Con i suoi 4506 metri di quota è la nona montagna più alta delle Alpi, superata in altezza solo dalle Cime del Monte Bianco, del Monte Rosa, del Lyskamm e del Dom. Proprio dal Dom, salito con gli sci questa primavera, il Weisshorn appare come un montagnone possente e dalle forme uniche ed aggraziate. Tre creste lunghe e dalle forme meravigliose scendono a valle dalla cima posta sopra un piccolo isolotto di roccia sospeso su di un ghiacciaio pensile di oltre 40° di pendenza. Imponenti seracchi, meringhe sospese, affilati gendarmi e pareti erano proprio lì ad aspettarci.

Dal fondo valle di Randa a circa 1400m di quota si sale fino al Weisshornhutte situato a 2932m. Una vera e propria vertical che superiamo accaldati e immersi in un silenzio surreale. Cena di classica qualità svizzera, così come il costo del rifugio. Ciò che proprio non apprezzeremo sarà la sveglia obbligata alle ore 2:00 dalle rifugiste. Partiremo al mattino che in realtà è ancora notte fonda.

A parte un incidente di percorso che ci porterà su delle placconate sporche e viscide la salita alle luci delle lampade frontali proseguirà nella completa oscurità tra roccette, tracce vaghe e avvolti dal solo luccicare delle stelle e della Via Lattea sopra le nostre teste. Le luci dell’alba ci raggiungeranno finalmente solo all’attacco della cresta a circa 3900m di altitudine. Iniziamo quindi la scalata della Torre Lockmatter, il primo ostacolo aggettante da scalare, e dei diversi gendarmi posti sulla via di salita. A 4100m finalmente tocchiamo la cresta glaciale che con pendenza costante fino ai 45° ci porterà sul contrafforte roccioso dove è posizionata la bella croce di vetta. Discesa, come noto su difficoltà di AD, impegnativa tanto quanto la salità che ci impiegherà praticamente lo stesso identico tempo fino al rifugio. Due ore ancora di discesa fino alla macchina ci daranno poi il colpo di grazia con una giornata chiusa con oltre 3200 metri di discesa. Le ginocchia ringraziano, ci presenteranno il conto ben presto…

Sempre bello condividere con un amico giornate come questa. Un ringraziamento a Marco Trezzi per la spettacolare avventura in alta quota, la ciliegina sulla torta di una bellissima stagione di alpinismo e di montagna.